Roma, Giorgio Calza Bini architetto Romano del'900
Presentazione Fondo Giorgio Calza Bini - Archivio centrale dello Stato - Roma
Lo studio della figura dell'architetto Giorgio Calza Bini (Livorno 4 novembre 1908 - Roma 20 settembre 1999) è promossa dal Centro studi Giorgio Muratore e dall'Archivio centrale dello stato.
L'architetto, oltre che noto progettista di architettura e urbanistica è stato Professore di Urbanistica presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e dal 1992 è stato nominato decano dell'Ordine degli architetti della Provincia di Roma.
Nel 2004 il Fondo Giorgio Calza Bini è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica per il Lazio; nel 2015 si è concluso il riordinamento dell'archivio, avviato in precedenza grazie ad un finanziamento della stessa Soprintendenza nell'ambito di un accordo con il Dipartimento DICEA de "La Sapienza" sulla ricognizione e sulla catalogazione degli archivi degli ingegneri e degli architetti, responsabili dottoressa Elisabetta Reale - referente del Progetto nazionale "Archivi di architettura" e dal professore Edoardo Currà - coordinatore del Dipartimento Dicea,....[continua a leggere]
Roma 1870 - 1970
Architetture Biografie
Questa pubblicazione, fondamentale per conoscere sia gli autori che non si sono mai curati di apparire nella pubblicistica che per consolidare la conoscenza dei più noti con l'elenco completo delle loro opere romane, è ancora più importante per mostrare come sia indispensabile, per comprendere fino in fondo il senso di un racconto, conoscere le infinite trame che lo sostengono e raccogliere i sottili fili rossi che lo hanno costruito. Si possono in questo testo ritrovare opere che qualificano la vita sociale ed il tessuto urbano, che assicurano modelli di relazione e di vicinato, e sulle quali sarebbe necessario condurre una più attenta riflessione, per capirne l'attualità e se ed in che modo la società di oggi potrebbe adattarne i modelli all'attuale sviluppo della città. Dopo aver letto il libro Roma.
Alessandro De Michele, L'opera dell'Architetto Giorgio Calza Bini, Prospettive Edizioni, 2013, pp. 146 - 150
Sguardi Altrove Film Festival - 2015
Giornata Internazionale del Teatro
Parabola moderna che celebra la vita e il coraggio di fronte alle avversità. Narra del viaggio fatto dal gruppo di attori “Kalibani” dalla loro città natale (Berlino), a Lublino (Polonia orientale). Il film segue l’intero gruppo dalla partenza al mattino presto dal centro culturale Kulturbrauerei (Prenzlauerberg), lungo il viaggio in carrozza di quindici ore a Lublino, con le loro prestazioni di ‘classe morta’ di Kantor, alla visita al vicino campo di sterminio tedesco a Majdanek, per poi tornare a Berlino con uno dei loro spettacoli più vivaci, ‘Multikultitango’ e al Ramba Zamba Theatre (all’interno del Kulturbrauerei),....[continua a leggere]
Un'immersione in territori lontani dall'ordinario e anticonformisti
Mymovies.it - Recensione di Raffaella Giancristofaro
La compagnia teatrale Kalibani parte da Berlino per raggiungere in pullman la città polacca di Lublino, dove metterà in scena lo spettacolo di Tadeusz Kantor "La classe morta" (1975). Fondato nel '90 dall'autore, regista e drammaturgo Klaus Erforth, Kalibani - nome mutuato dal personaggio shakespeariano della Tempesta - è un gruppo di teatroterapia costituito da una trentina di persone disabili. Il loro viaggio non sarà solo fisico ma anche dentro la Storia, il passato tedesco, la Seconda Guerra mondiale: il testo di Kantor è dedicato alle vittime del nazismo e la compagnia farà sosta al campo di concentramento di Majdanek, istituito dai tedeschi nel 1941. La vocazione terapeutica di questo metodo teatrale intreccia così anche il tema dell'opera di Kantor, per cui "i morti non sono morti". Il teatro come spazio di libertà e di affermazione per il diverso: questo è Kalibani per i suoi attori. Individui affetti, per esempio, da sindrome di Down o da nanismo; come Lia, che nel teatro ha trovato l'accettazione di se stessa attraverso una differente percezione estetica del proprio corpo. Uno spazio in cui queste persone "possono diventare ciò che nella vita di tutti i giorni è loro precluso", come ricorda Kerstin, costumista, truccatrice e tuttofare. Erforth afferma di....[continua a leggere]
Disegno in copertina di Alessandro De Michele.
Il disco è prodotto, arrangiato e diretto da Enrico Melozzi per Cinik Records, mentre la produzione esecutiva è di Valentina D’Ignazio. L’intero album è stato registrato presso gli studi Cinik di Roma, mixato da Enrico Melozzi, Vincenzo Schiavo e Sarah Jane Morris e masterizzato da Fabrizio De Carolis al Reference Studio di Roma.
Disegno in copertina di Alessandro De Michele.
ALESSANDRO DE
MICHELE
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